Questo bimbo a chi lo do?
Progetto di ricerca
Questo bimbo chi lo do? è un progetto di ricerca per la produzione di uno spettacolo con previsione di debutto per la stagione 2020/21
Il progetto è ideato e curato dai drammaturghi Daniele Prato, Antonio Muro, Alberto Fumagalli, dalla regista Virginia Franchi, dall’attrice Rosa Masciopinto e dalla coreografa Marzia Meddi in collaborazione con Francesco Petruzzelli (attore) e Marco D’Amelio (light designer).
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L’elaborazione dello spettacolo prevede fasi di residenza in strutture che possano accoglierci, sostenerci e collaborare artisticamente alla realizzazione del progetto.
progetto
In mezzo al bosco c’è una baracca, ci vive Paulanna, una donna sola, triste e brutta come il peccato. Aspetta un figlio che nascerà tra poche settimane, concepito in una notte nera.
L’uomo che l’ha ingravidata è fuggito al mattino, terrorizzato, dopo averla vista in volto. La baracca di Paulanna è circondata da un terreno desolato, paludoso, una distesa di fango e solitudine, un cimitero: sotto il pantano riposano trisavoli, bisnonni, il padre e la madre, sepolti sotto cumuli di macerie, rifiuti e dolore.
Ora Paulanna è seduta su un ciocco di legno che le fa da sgabello e prepara una brodaglia che dovrebbe aiutarla ad avere un aspetto più gentile, prega la Madonna e butta giù lo stomachevole intruglio con la speranza che il sole del mattino la ritrovi un po' meno brutta.
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Zappatella è una piccola donna capace di manipolare il Tempo. È una strega, arriva dal bosco portando con se la tempesta e bussa alla porta, chiedendo riparo. Paulanna, incantata da quell’ospite inatteso, l’accoglie nella sua casa e nella sua vita.
Zappatella intenerita dal pancione di Paulanna si offre di starle accanto fino al giorno della nascita del bambino. Promette di aiutarla, di sostenerla, di accompagnarla come fosse una buona amica, una balia premurosa, una nuova madre. Fa credere all’ingenua Paulanna che il suo aspetto si andrà ingentilendo giorno dopo giorno e che, seguendo i suoi consigli, potrà diventare finalmente bella, desiderata e felice. Dietro un perverso disegno fatto di manipolazioni, inganni, ricatti e menzogne, Zappatella costringerà Paulanna a una serie di prove estenuanti che la trasformeranno in una serva muta, privata dell’anima e del figlio che porta in grembo.
Sinossi
Qual è la lingua delle emozioni? Come si fa a ritrovarne il ritmo anche se sporco dalle derive verbali sonore e musicali di un tempo presente? La nostra ricerca comincia dai dialetti originari del sud (la Calabria e la Puglia) dei due attori che hanno scelto di accogliere e sfidare le parole del testo originale traducendole e trasformandole attraverso un dialogo vivo e fecondo con gli autori e la regia. Partendo dalle scene scritte gli attori improvvisano sul testo lasciando che le voci e i ritmi dei personaggi emergano dai corpi degli interpreti che ricordano suoni, filastrocche, balbettii che forse hanno poco a che fare con la lingua italiana, ma con quella dell’umanità tutta.
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Il dire, il dialogare e il gioco stesso si muovono su due piani continuamente intrecciati dell’incontro e dello scontro, della distruzione e della ricostruzione, della seduzione e della cattura nel tentativo di dare senso alla quotidiana ordinaria follia di queste due donne emarginate e sole, e di dilatare fino all’insensatezza i loro luoghi comuni, i piccoli rituali, le credenze popolari, la religione, in una continua oscillazione di identità e perdita di sé, di memoria e smarrimento.